“Dai fai una cosa carina, telefona alla nonna!”. Viviamo alle prese con le “cose carine” da fare. Così gli altri non ci rimangono male. Che poi vai a sapere se agli altri gliene frega o meno della tua cosa carina. Nelle famiglie è un classico. I due figli extratrerrestri, che vivono come in un “bed and breakfast” ed escono dalle camere solo per colazione e per mangiare, quando sono a tavola (cioè nell’unico momento in cui sono intercettabili) vengono sottoposti a questo fuoco di fila di cose carine da fare. “Dai chiama la zia, che compie gli anni, fai una cosa carina”. “Dai fai una cosa carina, telefona zio Guido che è in ospedale e l’hanno operato”. “Dai, fai una cosa carina, vai a trovare la vicina del piano di sotto che ha le emorroidi”. “Fai una cosa carina, accompagna il nonno all’Usl” (questa è pesissima, forse la più difficoltosa per i tempi indefiniti). “Dai – dicono anche come devi dire – scrivi, auguri e tanta gioia per la nuova arrivata”. Nelle famiglie ci sono delle esplosioni di buonismo che per poco non fanno venir giù muri. Il problema è quello di non fare brutte figure perché poi sennò gli altri chissà cosa dicono (il problema è tutto lì). La corsa alle cose carine spesso è travolgente. Ci sono figli che vengono invitati a fare dodici cose carine in un giorno. E si fanno perfino degli auguri di buon onomastico (che non usa quasi più) a persone che vedi sì e no una volta in tre anni. E’ un lavoro. I figli, sollecitati a quel lavoro devastante, si chiudono nel loro mugugno silenzioso, simile a quello delle mucche quando si rompono i marroni, e poi vanno a digitare i loro auguroni e a mandare malvolentieri le loro cose carine al mondo. I genitori controllano che l’abbiano fatto e dopo vanno via tutti contenti in quel classico mood filo- democristiano che ha caratterizzato la vita di migliaia di famiglie. Chi riceve le “cose carine” si illude e pensa che veramente il tal ectoplasma che non vede tutto l’anno, si sia ricordato. Allora ringrazia. La cosa può portare però, e i figli lo sanno, quel cinquantello a Natale che non è mai da buttar via. Insomma ultimamente si va via di auguri come non mai. Su Facebook poi è un trionfo. Si fanno auguri e si dicono cose carine a persone mai viste e conosciute. E tutti gongolano annuendo con la testa. Sarebbe forse da dire prima o poi: “Dai, facciamo tutti una cosa carina: smettiamo di dire delle boiate?”.
Commenti recenti