Quelli che la vita l’è bela
La Milano che si rilancia nel dopoguerra, la Milano che respira, che crea e che vive attraverso i suoi protagonisti, la Milano della nebbia, di San Siro, inteso come stadio o inteso come ippodromo.
La Milano del linguaggio nuovo, geniale e all’avanguardia di Beppe Viola, giornalista e scrittore, ma anche grande scommettitore e gran curioso di roba surreale, di gente di periferia e di un altro compare di giochi, di guizzi e di lampi Enzo Jannacci, orchestrale e musicista, uno di traverso al mondo, alle canzonette e a tutto il resto. Attingendo dai libri di Beppe Viola e da quelli che parlano di lui, Giorgio Comaschi e Alessandro Pilloni rileggono la storia. Sulla scena, attraverso il mondo di Viola e di Jannacci, nasce uno spaccato di una Milano affascinante, una Milano che non c’è più, ma anche di una Milano che ha lasciato un segno indelebile nel linguaggio teatrale, comico e televisivo. Lo spettacolo è condito da immagini della Milano dei tram, delle fabbriche e degli anni ‘60. Dialoghi a due e monologhi, le parole di Viola da recitare o da raccontare, il giornalismo di quegli anni, il Milan, Gianni Rivera, Bruno Pizzul, Cochi e Renato e i personaggi minori, rigorosamente “difettosi” come amavano Beppe ed Enzo. Viola non solo ha scritto numerosi testi per Cochi e Renato, ma è famoso per aver contribuito al testo di “Quelli che…” di Enzo Jannacci ed alla sceneggiatura di “Romanzo popolare” di Mario Monicelli. Beppe Viola, uno più dei grandi rivoluzionari del linguaggio comico e giornalistico italiano raccontato in uno spettacolo che attraverso la sua storia racconta cosa si sono persi quelli che non c’erano.
dante
19 febbraio 2017 at 18:21
28 euro per ascoltare la vita dei giorni e anni che furono…..
non vi sembra esagerato?
giorgio.comaschi
20 febbraio 2017 at 08:53
Ma si con 28 euro bisognerebbe ascoltare storie di oggi o di domani. Per quelle passate facciamo 15 euro va.